June 14, 2025

Il commento del Senatore Andrea di Giuseppe

La mia dichiarazione di voto per Fratelli d’Italia. Nel corso della giornata alla Camera ho ascoltato dati inesatti, falsità e difesa di un sistema che negli anni ha favorito i patronati e la compravendita di visti e passaporti. Per non parlare di dichiarazioni su Mirko Tremaglia da persone e partiti che in passato non persero occasione per offenderlo.

Nel mio intervento ho fatto chiarezza su questi punti e ricordato l’importanza di una legge che restituirà la cittadinanza agli italiani che la persero nel 1992.

ROMA\ aise\ – “Negli ultimi mesi il tema della cittadinanza ha occupato uno spazio centrale nel dibattito politico, spingendo molti, diciamo pure molti di quelli che da 30 anni hanno fatto finta di nulla, a confrontarsi improvvisamente sui limiti e le opportunità di un decreto-legge che, per la prima volta dopo decenni di immobilismo, affronta in modo chiaro e deciso la questione della cittadinanza italiana per gli italo-discendenti che vivono all’estero. Per comprendere a fondo le radici valoriali di questo decreto dobbiamo partire da un concetto che, forse, per molti colleghi suonerà quasi provocatorio: essere cittadini italiani non è un favore, non è un diritto automatico da cliccare online, ma è un onore. È un onore, sì, e non una scorciatoia da ottenere con 2 certificati falsificati, una mail al comune sbagliato e qualche consulente creativo. Questa parola “onore” non è scelta a caso”. Così Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia eletto in Centro e Nord America, ha introdotto il suo intervento con cui ha confermato il voto “convintamente a favore” del suo gruppo al decreto cittadinanza, approvato ieri in via definitiva.
Accusata l’opposizione di “immobilismo” e di opportunismo elettorale – “meglio non toccar nulla, dicevano, così non si sa mai, si perdono i voti nei collegi” – Di Giuseppe ha ribadito più volte che “per molti italiani nel mondo il legame con l’Italia non è solo burocratico, ma identitario”.
“Ci sono gli emigranti storici che hanno portato con sé il Tricolore come parte della famiglia, e poi c’è una nuova emigrazione, quella più recente, più qualificata, più esigente”, ha aggiunto. “Questa emigrazione, tanto per darvi dei numeri, è la maggior parte. La prima ondata di emigrazione oggi è la minoranza. Oggi la maggioranza sono persone come il sottoscritto, che negli ultimi 20 anni sono emigrati, ma non per fame, non si emigra più per fame, fortunatamente, ma si è emigrati per esigenze. Due mondi, due realtà, due cluster di emigrazione che nessuno prima ha voluto o ha saputo rappresentare veramente”.
Sottolineata la “credibilità politica” ottenuta dal Governo Meloni di cui beneficiano anche gli italiani all’estero, Di Giuseppe ha sostenuto che non si può parlare di cittadinanza “senza denunciare l’assurdo mercato parallelo dei passaporti, una degenerazione nata, cresciuta e prosperata nell’indifferenza di chi ci ha preceduto. Parliamo di milioni di cittadinanze rilasciate in pochi anni, senza controllo, senza verifica. In alcune zone, il modello Italia si è ridotto a un franchising del tipo: portatemi due nonni e vi do un passaporto, con lo sconto, se viene in gruppo. Si facevano ricostruzioni genealogiche false con documenti fabbricati ad arte, come i pacchetti vacanze. In certi casi, la cittadinanza italiana è finita più scontata di una pizza all you can eat e, mentre il business delle false discendenze prosperava, le istituzioni, quelle di allora, fingevano di non vedere, forse troppo occupate a inaugurare panchine in Sud America o a scrivere tweet del tutto retorici. Il risultato? Cittadinanze concesse a pioggia, irregolarità ovunque e nessuno, dico nessuno, che avesse il coraggio di intervenire fino ad oggi”.
“Con questo decreto si chiude una vergogna”, ha sottolineato. “Sentivo parlare prima di questo decreto come la fine. No, no, spero che sia l’inizio, perché questo decreto deve essere solo l’inizio di una riforma ben più ampia, che inserisca anche, ad esempio, il CGIE, che non rappresenta più nessuno, se non quelle poche centinaia di persone che lo votano, l’1,5 per cento se non ricordo male. Nel 2021, nelle ultime elezioni Comites, non ha votato più dell’1,55 per cento. Quindi, capite bene l’altissima rappresentanza. I Comites, non ne parliamo. E poi ovviamente dobbiamo mettere a posto il voto degli italiani all’estero, che è uno stampificio”.
Nel suo intervento, Di Giuseppe ha contestato le affermazioni di Porta sia sulle critiche al decreto di alcuni diplomatici che sui mancati introiti – dalle pratiche di cittadinanza – per la rete consolare. Secondo Di Giuseppe anche i dati sulle partenze degli ultimi anni sono da rivedere: “negli ultimi anni, non sono andate via 100.000, 150.000 persone, ma si sono iscritte all’AIRE, erano già fuori, perché, negli ultimi dieci anni, i Governi che hanno preceduto questo, ci hanno lasciato un disastro: le persone sono fuggite! Solo oggi si stanno iscrivendo all’AIRE, ma stavano già fuori”, ha detto Di Giuseppe, contestato a sua volta da Ricciardi che lo ha invitato a “studiare” perché “non è così”.
Con il decreto, ha ripreso il deputato di Fratelli d’Italia, “si aprono i termini del riacquisto della cittadinanza da parte di chi l’ha persa per costrizione, obbligo, necessità, non per comodo. Chi è nato in Italia o ci ha vissuto per almeno due anni, potrà ottenere la cittadinanza: di questo, signori, sono trent’anni che ne parlate, trent’anni, e non è mai stato fatto”.
“Con molta commozione, orgoglio e lucidità, annuncio il voto favorevole di Fratelli d’Italia su questo decreto, convintamente”, ha concluso. (aise)